In ogni epoca troviamo la simbologia della croce: usata dai Cinesi, dagli Indiani d’America, dal Buddismo, dall’Induismo, dai Celti, dal Cristianesimo, dal Nazismo, da ogni cultura, con rappresentazioni diverse e con vari significati.
L’asse orizzontale non sempre è posto alla stessa altezza, in alcune croci è al centro dell’asse verticale; alcune hanno due assi orizzontali, normalmente nel Cristianesimo l’asse orizzontale è posto più in alto del centro, come una spada conficcata nella roccia (la spada è una croce). Nel cristianesimo nei primi tre secoli dopo Cristo non vi è traccia della croce.
“La coppia Yin e Yang si forma dappertutto”. Sull’asse che segue la gravità terrestre le varie culture di volta in volta pongono coppie di opposti: “Terra e Cielo”, “Nord e Sud”, “Gioventù e Vecchiaia”; nel cristianesimo abbiamo “il Figlio (Yin) ed il Padre (Yang) ”. Sull’asse dell’orizzonte possiamo trovare “Madre e Padre”, “Est ed Ovest”, “ Corpo e Spirito”, “Nascita e Morte” e nel cristianesimo lo “Spirito Santo”, in cui Yin e Yang sono rivelati dalla parola doppia. Spirito Santo che in Oriente è chiamato Qi, Ki, Prahna, e da noi ora semplicemente energia.
Apocalisse 22:17 “Lo Spirito e la sposa dicono: ‘Vieni’. E chi ode, dica: ‘Vieni’. Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita.”
Qi, Spirito Santo che è il principio, la forza generativa, e sempre scaturisce dall’incontro tra i due poli Yin e Yang, sempre in coppia: polmoni, (in alcune croci rappresentati sui lati sotto l’asse orizzontale), ovaie, testicoli, reni, ventricoli del cuore, emisferi cerebrali, occhi, orecchie, mani.
Mani che nella meditazione orientale (e nel Presepe sua rappresentazione), unite sotto l’ombelico sono coppia generatrice, (Maria e Giuseppe), e creano la scintilla divina, (il bambin Gesù), nel Tan Tien della pancia (la mangiatoia), che un’altra coppia, Milza e Fegato, (l’asinello ed il bue), scalda.
Normalmente le persone cattoliche tracciano il segno della croce molto in alto, tra testa e cuore; la sfera del bacino, il suo centro, il bambin Gesù cioè il Figlio è del tutto assente, ed alcuni in tarda età tracciano il simbolo solo sul viso, sparisce anche la sfera del cuore.
Nel Tai Chi la stabilità fisica è indice anche di stabilità interiore, e si ottiene quando il baricentro, come un galleggiante, è sospeso nella zona appena sotto l’ombelico ed il Corpo aperto e rilassato. Provando a spingere delicatamente una persona dopo che questa ha tracciato il segno della croce si nota che questa stabilità diminuisce e diminuisce tanto più quanto più alto è il tracciato.
Corinzi 6:19 “Il Corpo è il tempio dello Spirito” ed il segno della croce, come i gesti di tante religioni, prima di diventare un rituale, doveva essere un atto energetico di riunificazione, due coppie di Yin e Yang che portano al centro della croce, al cuore; per un Cattolico sarebbe interessante ritrovare il significato energetico.
Ognuno porta il suo Corpo ed ogni Corpo è immagine del carattere, porta i segni del vissuto. Ogni persona è rispecchiata nel suo Corpo e più è chiuso, più è piegato, più è rigido, più è muscoloso, più è disprezzato, più è trascurato, più è usato come una macchina, più è scisso dalla consapevolezza, e più è una croce pesante da portare. Le spalle sopportano oggetti e situazioni immaginarie o volute e si curvano, le braccia sono dure, il baricentro si sposta in alto e il cuore è afflitto, il diaframma bloccato taglia il Corpo in due. Si crea una situazione conflittuale, masochista, di sensi di colpa, pesante, dualistica: l’Inferno è sotto, sotto terra, sotto il diaframma, nei visceri, nei genitali, si fa “peccato” se uno stimolo viene recepito da questa zona diventata impura e l’energia, lo Spirito Santo non ci avvolge più.
Il Sacro resta bloccato in alto, nel cuore e nella mente, zone diventate pure, e diventa idealizzato, lontano, irraggiungibile. Dio posto in alto diventa giudicante.
“Yin e Yang vivono sempre assieme”, come il nostro sedere e l’osso sacro.
La sfera del bacino è il Sud, il posto dell’energia rigogliosa, della crescita, della libido. La sfera della pancia, del bacino é la sfera dell’anima-litá, la sfera dove siamo cullati per nove mesi prima di nascere, la sfera con cui procreiamo, la sfera del piacere e della creatività. I genitori diventano genitori con la sfera del bacino, i figli diventano figli con la sfera del bacino.
La croce tracciata senza che la mano arrivi al Tan Tien della pancia ricrea la situazione descritta nel libro di Tolkien: il mago Saruman, il Diavolo, si é impossessato della sfera del bacino, ci ha invaso dal diaframma in giù; Saruman che voleva distruggere tutti gli umani con le sue orde di orchi non è nient’altro che il riflesso in basso del Padre scisso, la nostra volontà di potenza si ritorce contro di noi, quelle pulsioni genitali che da bimbi erano naturali ora sono fiamme dell’inferno.
Quando la mano che scende tocca il cuore lo pone a Sud, non al centro del segno, centro che invece sarà nella gola, tagliata dall’asse orizzontale. Il cuore bloccato tra una gola ed un diaframma chiusi non può dirigere quella libido che sta a Sud e che lasciata sola diventa sete di potere, vendetta narcisistica, l’anima-le in noi, diventa belva: donne e uomini bruciati sui roghi, crociate, guerre in nome di Dio… Luca 9:58 “E Gesù gli rispose: Le volpi hanno delle tane (sfera del bacino) e gli uccelli del cielo dei nidi (sfera della testa), ma il Figliuol dell’uomo (sfera del cuore) non ha dove posare il capo.” (schiacciando lo sterno per chiudere il cuore il capo non trova appoggio e la gola si serra).
Aragorn, il cuore, é un “ramingo”, è solo, senza popolo, senza un posto dove andare, è erede di una leggendaria spada che porta con sé ma che è rotta. Al termine del “Signore degli Anelli” Aragorn, con la spada ricostruita, dopo aver sconfitto, grazie all’aiuto di Nani, Elfi, Hobbit, Uomini e Donne, cioè delle nostre parti sane, i vari “mostri” assetati di potere, s’insedierà nel suo regno e riunificherà il mondo che torna libero.
La vita c’insegna a non negare mai una nostra parte, cerca sempre di ricondurci sulla via della consapevolezza, anche grazie alla malattia: quanti disturbi al giorno d’oggi nella parte “bassa” del Corpo , un richiamo di attenzione, una richiesta di libertà.
La rappresentazione del Cristo sulla croce nelle nostre chiese è di un corpo morto, appeso, che pende dalla croce e dà chi guarda, soprattutto ai bambini, una sensazione, spesso inconsapevole, di blocco, di pesantezza, di angoscia.
Gesù Risorto ha integrato il suo Corpo, la croce, nella persona, lo ha reso vuoto, leggero, aperto, energetico; è volato in cielo (il simbolo della colomba), ha estratto la spada, non sente più il Padre in alto che lo schiaccia ma si siede accanto a lui. Padre, Figlio e Spirito Santo, i tre centri si sono integrati nel Cristo. La croce scompare, coincide con lo scheletro, il Corpo siamo noi, le spalle e le braccia non più strumenti di fatica sono libere, diventano simili ad ali (osserviamo i dipinti degli Angeli): ora nella vita si può volare. Non c’è più dualismo, il baricentro scende nella pancia, il diaframma è libero, l’inferno pure, tutto diventa sacro, tutto diventa profano, si torna come quando bimbi di pochi mesi amavamo mettere in bocca i nostri piedi.
Il Cristianesimo ha preso come simbolo Gesù morto sulla croce mettendo così in secondo piano il Cristo Risorto, non ha aiutato gli esseri umani a liberarsi dalla Croce che il Cristo ha fatto “sparire” e gli ha lasciati per secoli con la paura di perdere la propria croce narcisistica attivando un meccanismo Yin e Yang di ritorno: piegati e deboli sotto il suo peso, pieni di sensi di colpa.
E’ facile controllare persone e bambini e se stessi chiudendo il Corpo: si respira poco, le pulsioni si bloccano, si ritorcono verso l’interno e non danno fastidio. In Cina negli ultimi decenni il Tai Chi Chuan e gli esercizi energetici del Qi Gong sono stati modificati, resi ginnici, sportivi, chiusi per mantenere la popolazione asservita. Movimenti che si rifanno a stili più antichi, più aperti, come il Fa Lun Gong, sono banditi ed operano in clandestinità.
Un esempio occidentale si trova nel galateo, a tavola i gomiti vanno tenuti chiusi, ottima posizione per bloccare le pulsioni dei figli, soprattutto delle figlie. Si appende la croce in classe quando il potere politico diventa più autoritario.
Marco 14:36 “Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi.” Gesù si affida al padre, cosa voleva insegnare il Padre a Gesù e per suo tramite all’umanità?
Si inizia la vita inspirando, la si termina espirando. Gesù muore, esala, ma poi risorto, di nuovo inspira: il Padre gli dà, ci dà la certezza che dopo l’espirazione, anche se l’ultima, avremo sempre una nuova inspirazione, non importa se resuscitati o in Paradiso o nel Nirvana o in una possibile reincarnazione o come atomi sparsi nell’universo. Se espiro totalmente in quest’istante, dovunque mi trovo, anche su una croce, avrò sempre una nuova possibilità di inspirare. Il Padre ci ha mostrato che “dopo lo Yang c’è di nuovo lo Yin”, Gesù che espira diventa il Cristo che inspira.
Gli Scribi del tempio, chiusi nella loro religione senza più linfa, religione di potere, scissi come una testa isolata domina il Corpo senza accorgersi che così toglie vita anche a se stessa vogliono la morte di Gesù e lo fanno crocifiggere sul Golgota (testa): non potevano accettare quello che è sempre stato un metodo rivoluzionario, usato da Lao Tze, da Buddha, da qualsiasi essere in contatto con se stesso e non identificato in una sola parte di sé, testa, cuore o pancia.
Gesù lo chiamava “Padre”, Lao Tze “il non-agire”, l’azione che nasce dalla non reazione, Davide Lopez, direbbe si affida alla potenza del preconscio, nel fertile rapporto tra questa e la consapevolezza.
Certo Gesù non intendeva limitare l’intera divinità al solo “Padre”, come tuttavia è accaduto: se all’inizio del segno della croce, toccandoci la fronte diciamo “nel nome del Padre” e per secoli identifichiamo Dio esclusivamente con il Padre stiamo scindendo la trinità e menomando il Corpo. La testa diventa Dio, un Dio razionale e maschile, e Dio diventa un mostro, più un Diavolo che opprime ed uccide, come è successo e succede in occidente. Ma Dio è anche Dia – perché limitarlo – ed il Padre é anche cuore e pancia, ne ha ben diritto! Anche nell’induismo abbiamo una trinità, Brahma, “la prima manifestazione”, è posto nella pancia, regge il cuore, Vishnu e la testa, Shiva.
Problema molto attuale per l’umanità il monoteismo, questa ricerca ossessiva dell’unità, del proprio Dio migliore di quell’altro a propria immagine e somiglianza senza comprendere che l’uno si scinde sempre in Yin e Yang, il due, e che esiste anche lo zero, il vuoto e Dio ama celarsi in esso.
Lao Tzu direbbe che il Creatore è il grande “Tao” che tutto e nulla abbraccia.
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