Una nuova stagione è iniziata per la nostra scuola di Tai Chi a Milano. Alcuni hanno ripreso dall’inizio di settembre, altri ricominciano con più calma, qualcuno non ricomincerà e qualche novellino lo sostituirà. Un augurio di un anno fruttuoso per tutti.
Domenica eravamo a Cuneo per uno stage e c’era un’allieva di Ruggero che aveva iniziato durante il lockdown seguendo i nostri primi corsi online. R. è molto grata al Tai Chi, aveva un grave problema alla colonna vertebrale e doveva essere operata. Non lo fece, scelse il Tai Chi e adesso sta bene e a 66 anni vuole diventare insegnante. Il marito è medico e, visto i risultati della moglie ha deciso di dedicarsi anche lui al Tai Chi – Qi Gong.
È iniziato anche il corso settimanale online e, in prima fila, c’era collegata da casa sua, A. Ha 85 anni e anche lei ci segue con rinnovato entusiasmo. Spero un giorno di poterla incontrare di persona, almeno per un caffè. Certo, A. è una persona tosta, che si adatta al mezzo – non così semplice – della lezione seguita dietro uno schermo, ma ha Yi, è interessata, si adatta. Non sono come lei tante persone che chiamano per avere informazioni: non c’è un corso al pomeriggio? Si può anticipare la lezione di mezz’ora? Ma, iniziare alle 18:30 è troppo tardi. Etc, etc, etc. È sono quasi tutte persone con problemi di salute, spesso mandate da medici. Il Tai Chi farebbe tanto bene a loro, ma si mettono i bastoni tra le ruote.
Pensate, una signora con Parkinson, l’anno scorso abbandonò i corsi perché doveva portare i nipoti a karate e preparare da mangiare la sera al marito. La trovo una storia tristissima, come tristi sono tante di queste telefonate. Una signora mi chiede se andrebbe bene anche il pilates: no signora, non sono la stessa cosa, questa è una scienza studiata da secoli, il Pilates è una ginnastica moderna di cui non si sa se faccia bene o male, certo è di moda e non c’è bisogno di consapevolezza… Naturalmente se le rispondessi così mi prenderebbe per un presuntuoso.
Ci sono migliaia di ricerche scientifiche sui benefici del Tai Chi – Qi Gong. F. iniziò da noi con un tumore alla spalla; dopo un anno le chiesi come andava, era raggiante, la spalla era tornata a funzionare bene e ne dava tutto il merito alla pratica. I benefici sono anche psicologici: posso fare un’attività che mi coinvolge, mi rivaluta anche se non sono più giovane, in una società dove gli anziani sono visti solo come un peso economico.
Un’altra persona mi disse al telefono che il centro era troppo lontano, meglio un posto sotto casa. Era in via Melchiorre Gioia a 15 minuti a piedi da qui… Il M° di Patrizia e mio, Ermanno Cozzi, andava negli USA e a Hong Kong per imparare. Noi siamo andati a Londra, in Francia, in Germania, in Svizzera.
Il lignaggio per una pratica orientale come il Qi Gong – Tai Chi è fondamentale, e pochissimi al mondo sono discepoli della famiglia Yang come lo siamo noi. Eppure magari si sceglie un’altra scuola perché costa 10€ in meno. La differenza di insegnamento, però, può essere tragica, come andare da un bravo medico o finire nelle mani di un macellaio. Un volta, una signora mi disse: “no Tai Chi no, ho già dato e mi hanno rovinato le ginocchia”.
Detto questo, ricordo a tutti che i corsi al centro Il Ginkgo a Milano, proposti dalla ASD “La Valle del Tao”, sono anche propedeutici all’insegnamento e, chi volesse, dopo due anni, può chiedere di diventare apprendista, che è il primo passo da fare per eventualmente scegliere di insegnare.